Ho terminato la lettura di "Quel che so di Adonai" di Alessandro Tamburini.
Questa estate, mentre eravamo in montagna a Lundo, abbiamo partecipato alla presentazione di un libro.
L'autore che avremmo dovuto ascoltare fu sostituito, per problemi imprevedibili, da Alessandro Tamburini che avemmo così l'occasione di conoscere assolutamente per caso.
Presentò questo libro e, sia lui personalmente che la storia che ci raccontò, accesero la curiosità mia e quella di mio marito.
Come spesso ci accade approfittammo di questa occasione per acquistarre il libro presentato che si rivelò essere davvero interessante.
Ciascuno di noi pare abbia scritto il proprio destino su pagine che può decidere di leggere oppure no. Puoi scegliere se assecondare quell'istinto che ti spinge ad agire oppure no. Puoi cercare di vivere fino in fondo quelle sensazioni che ti indirizzano verso una immagine, una destinazione, una ragione oppure no. Il protagonista di questa storia vuole capire fino in fondo cosa gli sta accadendo, dove la vita lo sta portando e solo così pensa di riuscire a dare un senso alle cose che gli capitano, alla sua vita. Un buon modo di vivere, io credo.
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