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lunedì 14 gennaio 2013

Da AMLETO Atto III (Amleto agli attori)



Ti prego, recita la battuta come te l'ho detta io, agile sulla lingua.

Se ti sgoli come fanno molti dei nostri attori, tanto valeva dare i versi a un comune banditore.

E non trinciare l'aria con la mano, ma in tutto abbi misura: perché nel torrente, nella tempesta, e per così dire nell’uragano stesso della passione, devi raggiungere e far sentire una moderazione che la renda soave.

Mi disturba fin nel profondo dell’anima sentire un energumeno imparruccato che ti sbrana una passione, la riduce in brandelli, per rintronare la platea, la quale , per lo più, non apprezza che mimi insensati e fracasso.

Un tipo così lo farei frustare perché vuol essere più Orco di un Orco, e più Erode di Erode. Evitalo quindi, ti prego.

Ma non essere nemmeno troppo controllato, lasciati  guidare dal tuo stesso giudizio.

Accorda l’azione alla parola, la parola all’azione, e con questa particolare avvertenza, di non andare mai oltre la moderazione della natura.

Perché ogni eccesso in questo è  lontano dallo scopo del teatro il cui fine, agli inizi come ora, era ed è di reggere lo specchio alla natura, di mostrare alla virtù il suo vero volto, al vizio la sua immagine e all’epoca stessa, alla sostanza del tempo, la loro forma e impronta.

Ora se questo si esaspera o lo si infiacchisce, farà forse ridere gli incompetenti, ma non può che attristare gli esperti, il cui giudizio deve avere più peso nella vostra considerazione di un intero teatro stipato di quegli altri.

Ci sono attori che ho visto recitare – e che ho udito altri lodare e molto – che non avevano accento di cristiani e nemmeno di pagani o di uomini, parevano pavoni e buoi a tal punto – che ho pensato “forse la natura li ha dati da fare a qualche suo manovale e non gli sono venuti bene” tanto abominevole era la loro imitazione dell’umano.

E quelli che fanno la parte del clown, badate che non dicano più di quanto è stato scritto per loro; ce n’è che si mettono a ridere per far ridere qualche pugno di spettatori idioti, e proprio quando si dovrebbe prestare attenzione a qualche punto essenziale del dramma.
 ha 
Il che è da furfanti e mostra una ben pietosa ambizione nello sciocco che lo fa.

Su andate ora e preparatevi.

Ecco il pezzo, famoso nel mondo degli attori, che Shakespeare ha scritto circa 400 anni fa e che non potrebbe essere più attuale con gli orientamenti teatrali di oggi.
Ma forse vale anche per orientare i nostri comportamenti nella vita quotidiana l'evitare gli eccessi o i fanatismi.

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